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Verena

La voce del popolano

“Una volta vidi una biblioteca in fiamme a Bechafen… quegli sciocchi dei vereniti erano così indaffarati ad entrare ed uscire per salvare i libri, che manco notavano i loro stessi sai andare a fuoco… tutti cervelloni ma senza uno straccio di buon senso.”

Il tomo dell'erudito

[…] Verena giudica i vivi così come suo marito Morr giudica i morti. Un perfetto connubio, un’armonia di intenti che schiude nelle menti più sensibili e acute l’immagine della divina perfezione che dovrebbe rispecchiarsi in ogni nazione civile del Vecchio Mondo. Ma mentre Morr ci mostra un incerto cammino con sogni fumosi, Verena traccia chiaramente nella conoscenza e nel comune senso di giustizia la strada per giungere a quel mondo ideale che è così chiaro e bello nella sua mente […]

– Sophie Ericksdottier –
Estratto dalla prefazione del saggio “La civiltà di Verena” –

Verena,  dea della giustizia e signora della conoscenza, vede tra i suoi più fedeli adepti gli uomini di lettere e di scienza, gli studiosi, gli accademici e gli avvocati, tutti coloro che ricercano la verità e la comprensione, e che mostrano una grande fiducia nelle capacità dell’intelletto umano. 

Fu Verena all’alba del tempo a dare credito alle parole di Ulric, quando il pernicio si insinuò nel mondo, e fu la prima a combattere con lui, e la più saggia nel giudicare gli dei suoi pari per le loro mancanze, dopo aver ricacciato il male nel profondo nord. 

Ed ora, con l’avvento dei mortali, il suo ministero è quello di illuminare i fedeli con la saggezza e l’accortezza necessarie a portare avanti la civiltà dell’uomo, poiché il pernicio è la distruzione evidente, ma la sciocca razza umana è ben capace di distruggersi da sola per mezzo della tirannia, dell’oppressione e dell’oscurantismo. Questo è ciò contro cui combatte, cercando di mitigare le ingerenze fanatiche degli altri dei più selvaggi e furiosi, come Tall e Ulric, e lo stesso fanno i suoi fedeli nel mondo terreno.

Simboli e precetti

I simboli sacri a Verena sono il gufo, quello a lei più caro, che rappresenta la saggezza, i due piatti della bilancia, che rappresentano la giustizia, e la spada con la punta rivolta verso il basso che rappresenta il giusto giudizio. 

Questi sono i precetti della dea Verena. 

  • Salvaguarda la conoscenza, poiché è la pietra su cui si fonda la civiltà. 
  • Tutte le conoscenze sono ugualmente importanti. 
  • Preserva la tua capacità di giudizio da paure e simpatie. 
  • Arbitra le dispute ogni volta che puoi. 
  • Non permetterti di diventare uno strumento dell’ingiustizia e dell’eresia. 
  • Il combattimento è l’ultima risorsa ma non temere mai di impugnare la spada della giustizia.

Il culto

Sebbene il culto di Verena sia così legato alla conoscenza e all’ordine, la sua struttura è molto semplice, poiché i sacerdoti si organizzano in piccoli nuclei comandati da un alto sacerdote, nelle varie città dove fungono da avvocati, giudici e precettori, anche se è possibile trovare delle sedi considerabili più importanti nelle grandi città, specie quelle che ospitano centri di potere ed accademie. Il ruolo che la chiesa di Verena si è ricalcata tra la gente è duplice: da una parte vi sono i custodi del sapere, sacerdoti, precettori e studiosi che dedicano la vita all’accumulo e alla divulgazione della conoscenza fin dal noviziato, dall’altra vi sono i portatori della bilancia, sacerdoti impiegati come avvocati e giudici che, basandosi sulle leggi e sul diritto tramandati dalle grandi civiltà sviluppatesi nei secoli passati in Tilea ed Estalia, fungono da sistema di giustizia in molte nazioni del Vecchio Mondo, trovando resistenza al proprio operato in Impero, dove il contrasto con la chiesa di Sigmar e il suo operato giuridico è molto forte, in Bretonnia, dove non vi è una legge valida, se non quella che deriva dalla nobiltà, favorendo quindi un sistema oppressivo e tirannico, e nei Principati di Confine, dove sono i signori della guerra e i piccoli nobili di varia provenienza a spadroneggiare, modificando le leggi e le regole del vivere civile con la stessa frequenza con cui cagano. I missionari vereniti sono un gruppo particolare di sacerdoti slegati da qualsiasi ordine che tentano con determinazione di portare la parola di Verena in terre come quelle appena citate, cercando di far attecchire nella società e nel senso comune i precetti di giustizia ed eguaglianza professati dalla dea, provando così a soppiantare lentamente e pacificamente gli ordinamenti corrotti ed ingiusti radicati ormai da secoli. I sacerdoti di Verena sono soliti indossare abiti comodi per le lunghe ore di studio ed insegnamento, portando il saio solo in occasioni ufficiali e cerimonie religiose; a prescindere dal tipo di vestito preferiscono abiti dai colori chiari, in particolare il bianco, simbolo di illuminazione, e il celeste, inoltre mostrano con orgoglio i simboli della dea ricamati sul petto o incisi su anelli e medaglioni.

Gli ordini

L'Ordine dei Misteri

Sono uno dei gruppi maggiormente organizzati interni al culto e dedicano la loro vita alla ricerca delle conoscenze perdute e dimenticate, sia nei polverosi corridoi delle biblioteche che in vere e proprie spedizioni in antiche rovine e tombe, spesso facendosi affiancare da maghi del collegio della luce, dai cavalieri della pergamena, e da mercenari prezzolati, per evitare qualsiasi rischio e pericolo. 

Le scoperte, i diari di spedizione e gli studi fatti vengono poi divulgati a tutti i sacerdoti dell’ordine tramite la pubblicazione di volumi annuali, chiamati  “Volumi dei Misteri”. L’ordine è costantemente accusato di eresia, e i singoli membri vengono spesso minacciati dai cacciatori di streghe e dall’inquisizione della chiesa di Sigmar per la loro ostinazione nel salvaguardare qualsiasi tipo di conoscenza e tomo, anche quelli messi all’indice e pericolosi per le deboli menti; una sorta di compromesso forzato è stato raggiunto con la mediazione dei maghi del collegio della luce, il cui compito è quello di requisire, distruggere e/o sigillare tutti quegli artefatti e tomi troppo pericolosi e perniciosi per essere conservati in altre mani che non siano le loro.

L'Ordine della Luce eterna

Conosciuti più comunemente con il nome di Cavalieri di Verena sono circondati da una sinistra fama, in quanto ai loro adepti capitano sventure al limite della iattura, e molti credono che l’ordine sia maledetto. Nonostante questo molti giovani rampolli nobili con un forte senso di giustizia si uniscono ai loro ranghi e, sebbene la loro visione di giustizia possa essere diversa da quella di un umile popolano, spesso sono gli unici a prendere le loro difese quando è necessario.

Gli ordini minori

L'Ordine della Spada e della Bilancia

Sono il principale ordine marziale legato al culto di Verena e fungono da guardiani dei templi e da scorta per giudici prigionieri e dignitari. Il loro compito è anche quello di eseguire le condanne e di collaborare con la guardia cittadina e con le autorità locali per la repressione dei banditi, anche se spesso agiscono in solitaria per contrastare le forme di tirannia e oppressione legittimate dai governi.

I Cavalieri della Pergamena

Sono un piccolo ordine cavalleresco la cui missione è strettamente legata a quella dell’Ordine dei Misteri, e fungono da guardiani di biblioteche e accademie, ma svolgono anche il compito di trasporto e salvaguardia di tomi e testi, spostandoli da città in zone di guerra in luoghi sicuri, oppure strappandoli senza troppe cerimonie dalle mani e dalle pire dei fanatici religiosi del culto di Sigmar. I Cavalieri della Pergamena si possono distinguere facilmente da quelli dell’Ordine della Luce eterna poiché sono soliti rivestire le loro armature con numerosi cartigli e frammenti di pergamena, ed incidono o dipingono sulle loro armi motti e frasi in antiche lingue.