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Shallya

La voce del popolano

“… e quindi mentre ancora sghignazzava gli sono saltato addosso, partendo con un bel calcio nei testicoli, poi gli ho preso quella testa piena di sterco d’orco e l’ho sbattuta contro lo stipite della porta finché non ho visto i suoi denti conficcarsi nel legno… ho esagerato mi dici? beh non si ruba mai al tempio di Shallya, e a maggior ragione non ci se ne pavoneggia in taverna… anche noi ladri dobbiamo avere un’etica, altrimenti non saremmo meglio di quei coglioni che venerano Gunndred.”

Il tomo dell'erudito

[…] Nata dalla fredda giustizia e dall’imparziale mietitore, Shallya incarna tutta la pietà che i suoi divini genitori non possono elargire nell’impassibile severità del loro ministero. Ella non è nata piangendo come una comune neonata, ma poiché già nel divino utero percepiva tutta la sofferenza e il dolore di ogni essere vivente, piangeva per i mortali, provando un’immensa pietà. Shallya è nata per noi con l’unico ed immensamente puro scopo di alleviare, seppur di poco, le nostre sofferenze e, in infinitesimale misura, le sue. E non ha avuto mai un padre poiché Morr conosce il significato del sacrificio, ed ha tenuto lontano da sé la figlia fin dal primo vagito, e troppo cocente sarebbe il desiderio di vederla sorridere esaudendo il suo desiderio, ovvero fermare la morte. Questa è la grandezza e la potenza di Shallya, la cui pietà è capace di tutto. […]

– incipit tratto da “Il Libro delle Sofferenze” –

Shallya, dea della pietà e signora della guarigione e delle nascite è la divinità più amata e pregata in tutto il disastrato Vecchio Mondo; poiché la sua divina missione è quella di alleviare le sofferenze dei mortali, le porte dei suoi templi sono sempre aperte per tutti, dai ladri ai principi, dai mutilati agli appestati, e tutti almeno una volta nella loro vita hanno bisogno della sua benedizione e delle compassionevoli cure dei suoi sacerdoti e fedeli.

Simboli e precetti

I simboli sacri per il culto di Shallya sono la colomba bianca in volo e il cuore sanguinante. Questi sono i precetti di Shallya. 

  • Evita in qualsiasi modo di uccidere 
  • Non rifiutarti mai di prestare soccorso a qualcuno che ne ha veramente bisogno 
  • Non accanirti nelle cure quando è giunto il momento per un’anima di lasciare questo mondo 
  • Vai per la tua strada disarmato. Un bastone di legno per aiutarti nel cammino è tutto ciò di cui hai bisogno. Odia il signore delle mosche in tutti i suoi aspetti e le sue forme. 
  • Non sprecare energie in cose futili ma impegnati nella missione di Shallya.

Il culto

Il culto di Shallya ha una struttura feudale in cui ogni piccolo tempio deve versare una piccola decima delle offerte al tempio maggiore della propria regione, che a sua volta convoglia parte dei tributi al Grande Tempio di Couronne, in Bretonnia, dove risiede una delle due Alte Matriarche a capo del culto; l’altra si trova al Grande Tempio di Altdorf. 

Ogni tempio è perfettamente organizzato al fine di funzionare costantemente come rifugio per i disperati e i malati, inoltre la maggior parte sono attrezzati per fungere da orfanotrofi, da cui emergeranno la maggior parte dei nuovi sacerdoti, cresciuti fin da bambini nella pietà di Shallya. Nel culto vi sono due diversi tipi di sacerdoti, quelli che in prima persona agiscono sul campo, aiutando i malati, sfamando gli affamati, confortando i carcerati, fornendo giacigli e sistemazioni temporanee per i mendicanti e i poveri, e quelli che invece si adoperano per organizzare i primi, in modo da evitare sprechi e convogliare tutte le risorse e le energie al meglio per portare avanti la missione della dea. Gli iniziati del culto per poter prendere i voti devono semplicemente dimostrare la loro sincera devozione alla missione di Shallya, dimostrando un indefesso impegno nel portare sollievo ai sofferenti per almeno un anno, per poi continuare su tale strada per il resto delle loro vite. Va messo però un punto ben chiaro sull’operato del culto: il loro scopo non è quello di portare ad un bene superiore, di migliorare le condizioni di vita delle misere genti nel medio e lungo periodo, ma alleviare le sofferenze che queste stanno vivendo nel momento in cui gli shallyti posano gli occhi su di loro, per poi mandarle per la loro strada. 

Sia i novizi che i sacerdoti del culto vestono con indumenti bianchi, spesso tonache ampie e comode dalle molte tasche e scarselle ricamate con colombe, o con un medaglione al collo recante uno dei simboli cari alla dea; solo in Bretonnia a causa delle leggi suntuarie che non permettono alla plebe di vestire con determinati colori come il bianco, gli indumenti del culto sono di colore giallo o ocra. L’unico modo per distinguere allo sguardo il rango di un sacerdote all’interno del culto è dato dalla fattura dei suoi abiti, ma vi sono molti alti prelati che, interessati solo a portare il bene nel mondo, indossano ancora i grezzi abiti forniti ai novizi. Sebbene il culto sia aperto a qualsiasi persona senta la divina chiamata, i suoi membri sono in larga maggioranza donne, e gli uomini sono tenuti sotto osservazione, specie negli anni giovanili, per evitare che tentazioni e licenziose storie d’amore con le consorelle possano allontanarli dai loro doveri verso la dea e la sua missione.

Gli ordini

L'Ordine del Cuore Sanguinante

Non vi sono ordini nella chiesa di Shallya al di fuori del Cuore Sanguinante. Tutti i sacerdoti sono uniti indefessamente nel seguire i dettami della dea e portare sollievo al piagato Vecchio Mondo e, sebbene alcuni disquisiscano su quali siano i metodi migliori e i bersagli più giusti del loro agire, queste dispute rimangono semplici discussioni e scambi di vedute tra i membri del culto.

Gli ordini minori

Nel culto di Shallya non vi sono sette o ordini minori riconosciuti, ma spesso i sacerdoti specializzati in un determinato ambito medico o interessati a portare sollievo e cure ad una particolare classe sociale o in una specifica città si riuniscono insieme, dandosi obiettivi e regole comuni, ma sempre in accordo con le scritture e le disposizioni della Matriarca di Couronne.