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Elfi

Gli elfi sono, a detta di molti,  la razza più antica presente nel Vecchio Mondo, creata dagli dei agli albori del tempo, e i loro domini si estendevano per molte delle terre conosciute, prima che divisioni e lunghe guerre portassero alla decisione di ritirarsi nell’enorme isola Ulthuan, nel brullo continente di Naggaroth, e nei remoti recessi della foresta di Athel Loren. Gli elfi sono creature snelle e dal portamento aggraziato, con visi spigolosi e lunghe orecchie a punta capaci, se non muoiono di morte violenta, di vivere per millenni, finché loro stessi, stanchi di vivere, non decidono di distaccarsi dalle necessità del corpo e di lasciarsi scivolare pacificamente nell’abbraccio della morte. Sebbene agli occhi delle altre razze mortali gli elfi appaiano come esseri senza emozioni, in realtà posseggono un’intelligenza e una sensibilità estreme, e vivono interiormente la vastità delle proprie passioni e dei propri dolori, certe volte anche per decenni e secoli, motivo per cui in taluni soggetti l’influenza del dio oscuro delle passioni riesce a farsi largo, corrompendo lo spirito; salvo per questa eccezione gli elfi sono refrattari alle lusinghe del pernicio, e lo combattono con estrema ferocia fin da quando ne hanno memoria.

La loro storia

Dopo che gli antichi dei ebbero lasciato il mondo, la razza degli elfi continuò a fiorire e prosperare, rispettando i loro insegnamenti per molti millenni, finché improvvisamente dal nord si riversarono milioni di demoni ed altre aberrazioni del pernicio, con una tale violenza che il mondo stava per esserne inghiottito. In questo momento di crisi venne eletto un sovrano in grado di guidare il popolo, chiamato Re Fenice in onore del dio che più di ogni altro incarnava ciò che di onorevole e buono vi era nel creato: Asuryan; fu scelto come primo Re Fenice Aenarion, il più puro tra i puri, che prevalse con estrema fatica e grandi lutti, ricacciando il nemico nei luoghi da cui era giunto. La guerra contro i demoni del pernicio ebbe il suo culmine, il portale all’estremo nord del mondo che permetteva il loro ingresso nel regno mortale divenne poco più che una piccola fessura, grazie all’intervento di Aenerion che spirò per le ferite riportate in quell’ultimo decisivo scontro, e tra gli elfi si avvertì l’urgenza, nonostante il pericolo fosse passato, di avere sempre un re a governarli, capace di affrontare subito le minacce con fermezza e giudizio. Nonostante i tentativi del principe Malekith di rivendicare il trono di suo padre venne ritenuto meritevole un altro dei principi elfici, Bel Shanaar, che governò per lungo tempo in quella che viene ricordata dagli elfi come età dell’oro, un’età di esplorazioni, di colonizzazione, e commerci con l’allora amico popolo nanico. Dopo la morte di Bel Shanaar Malekith si apprestò a regnare ma, considerato indegno perfino dal dio Asuryan, portò ad una terribile guerra civile tra i sostenitori dei principi elfici e i ribelli di Malekith, e alla fine furono questi a perdere e a scegliere un volontario esilio nelle terre del loro sire che tutt’ora, dopo 7000 anni, li governa con rancore, attendendo il momento di conquistare il trono. Dopo pochi secoli dal termine della guerra civile alcune spie di Malekith causarono un grave incidente diplomatico tra i loro fratelli di Ulthuan ed il popolo dei nani, dando il via alla sanguinosa guerra delle barbe che costò innumerevoli vite ai due schieramenti, concludendosi poi in una traballante pace e in una profonda inimicizia tra le due razze che ancora oggi continua. Con Ulthuan così indebolita dalla guerra Malekith sferrò un attacco improvviso e brutale, costringendo il Re Fenice a richiamare sulla patria isola tutte le forze elfiche presenti nel continente, pur di ricacciare indietro il nemico. Lentamente tutte le colonie elfiche vennero abbandonate, e sui loro ruderi millenni dopo sorsero le prime civiltà dell’uomo, ma gli elfi che dimoravano in Athel Loren non risposero alla chiamata, decidendo così di rifiutare la sovranità del Re Fenice e seguire Orion e Ariel, re e regina di Athel Loren e avatar di Kurnous e Isha, gli dei che incarnano ogni aspetto della natura. Ancora oggi la razza elfica soffre per i numerosi lutti e le stirpi spezzate, con gli alti elfi di Ulthuan relegati nel loro isolazionismo per difendere le proprie tradizioni e rallentare il declino della loro gente, e gli elfi silvani, anch’essi isolati nei loro reami boscosi di Athel Loren, pronti a uccidere qualsiasi intruso non sia ben accetto dalla foresta. E come terza parte, il rancoroso Malekith governa gli elfi oscuri, tramando incessantemente per conquistare il regno che considera suo dai cupi domini di Naggaroth nel nuovo continente.

Gli Asur, o alti elfi di Ulthuan

Memori della loro triste storia passata e dell’ineluttabile oblio a cui è destinata la loro razza sempre meno numerosa, gli Asur vivono un’esistenza disperatamente ancorata ai valori di onore e lealtà, e a quelle tradizioni che hanno reso grande il loro popolo, e sono pronti a morire per esse. Nelle sterminate biblioteche di Ulthuan il loro prezioso sapere viene protetto e preservato con estrema attenzione, poiché le loro profonde conoscenze sulle forze che gli umani chiamano magia, le nozioni sul funzionamento stesso del mondo e dei fenomeni naturali, e le mappe dell’intero globo, sarebbero capaci di elevare come distruggere interi regni degli uomini, e le stesse basi sulle quali le loro culture si fondano. Gli Asur nel corso dei millenni hanno compreso l’importanza del loro ruolo negli equilibri che regolano il mondo, e sempre più grande è il tempo che costoro ritagliano nelle lunghe vite alle discipline marziali, al perfezionamento spirituale e fisico, per essere sempre saldi e forti contro le infinite orde che il pernicio riversa dal tenebroso nord. Gli Asur sono un popolo dal chiaro incarnato con corpi aggraziati e lisci visi adornati da orecchie appuntite e chiome di fluenti capelli portati lunghi, e spesso agghindate in elaborate acconciature, sia tra le femmine che tra i maschi. Hanno un temperamento fiero e composto, parlano sempre con un linguaggio aulico e aggraziato, anche mentre usano la lingua comune, e non permettono alle proprie emozioni di dominarli o di manifestarsi esteriormente nelle azioni e nei pensieri; quando questo avviene possono passare giorni anni o addirittura decenni prima che il loro animo si plachi. Gli Asur vestono con abiti raffinati dalle tonalità accese, anche se prediligono il bianco e il blu, e sono soliti portare gioielli e diademi di ineguagliabile bellezza anche in battaglia. Le loro armi ed armature appaiono alle altre razze come ornamenti da parata, fin troppo raffinate e delicate per essere utili negli scontri, ma in realtà sono formidabili, seconde in resistenza e letalità solo alle grandi creazioni dei nani. Sebbene tra di loro vi siano divisioni di classe sociale e rango, ogni elfo rispetta e onora gli altri appartenenti alla sua stessa razza, mentre prova un naturale senso di superiorità verso le altre razze mortali. I nani un tempo amici vengono considerati poco più che bambini per il loro temperamento rancoroso ed avid,o e i morti causati dalla Guerra delle Barbe vinta dagli elfi pesano ancora nella memoria di entrambe le razze; gli uomini vengono visti dagli elfi come neonati o peggio animali con un minimo di intelligenza, creature legate profondamente agli istinti, sporche, inaffidabili e misere, buone giusto per mostrarsi in qualche serraglio o fare i lavori più bassi e umili.

Gli Asrai, o elfi silvani di Athel Loren

Fin da prima dei gloriosi quanto bui tempi del Re Fenice Aenerion, gli elfi avevano conoscenza di tutte le terre del globo, ma nessuna appariva tanto strana e potente come Athel Loren, un’immensa foresta creata con le proprie mani dagli antichi dei, nella quale dimoravano forze incomprensibili, e gli alberi possedevano uno spirito. Nel corso dei millenni gli elfi che si trovarono a dimorare in questo luogo, attratti dalla sua natura o richiamati da visioni e sogni, cominciarono a perdere interesse per la madrepatria e i suoi costumi, adeguando le loro vite ai ritmi naturali e cercando una profonda comunione con ogni essere vivente. Si convinsero che la foresta stessa fosse un essere vivente, con una coscienza ed un pensiero, e cominciarono a cercare modi per comunicare con essa ed adempiere ai suoi voleri. Quando molti millenni dopo ebbe luogo l’esodo e il ritorno al patrio regno, gli elfi di Athel Loren non risposero alla chiamata, decidendo volontariamente di rimanere a proteggere la foresta dagli eserciti dei nani che bramavano le sue risorse. Comandati da Orion e Ariel, due capi tribù ,i più intimamente connessi allo spirito di Athel Loren e considerati dal loro popolo avatar di kurnous e Isha, sconfissero i nani e decisero definitivamente di tagliare qualsiasi legame con Ulthuan e le sue tradizioni. Da allora si fecero chiamare Asrai e, governati da Ariel la Regina Eterna e dal suo compagno, si chiusero in un isolazionismo ancora più estremo di quello dei loro fratelli, proteggendo ogni singola foglia e ramoscello di Athel Loren a costo della vita. A prima vista sono elfi del tutto simili in costituzione e anatomia ai loro fratelli Asur, ma aspetto, tradizioni e mentalità sono completamente differenti.  Non di rado la loro pelle è abbronzata per la costante vita sulla cima degli alberi, e non hanno alcuna cura per le loro chiome, che possono crescere selvagge, oppure venir tagliate alla bisogna per non avere inutili fastidi nella vita a contatto con la natura selvaggia; si pitturano inoltre il viso ed ogni parte del corpo scoperta con rune e simboli legati alla loro tribù, alle loro gesta, ai voti e al credo che seguono. Indossano abiti pratici dai colori naturali, in tessuti grezzi e cuoio, e vanno in battaglia protetti da armature di rame. Nei loro compiti di pattugliamento e protezione della foresta si mimetizzano con lunghe cappe verdi intessute di foglie e sono letali nell’uso dell’arco e delle spade corte.

Gli alti elfi di Marienburg

Nonostante gli Asur siano diventati un popolo isolazionista, chiuso nella vasta isola di Ulthuan, alcune famiglie elfiche di nobile stirpe, discendenti di grandi mercanti e navigatori, mal accettarono la chiamata del Re Fenice, e per millenni attesero la possibilità di solcare nuovamente i mari e fondare colonie. I regni degli uomini fiorirono e prosperarono e quando la grande città di Marienburg tentò la secessione dall’Impero, il Re Fenice fu convinto ad inviare una flotta in suo aiuto, a patto che una parte della città venisse consegnata agli elfi. Così avvenne e il quartiere elfico fu istituito, e tuttora prospera, governato dalle famiglie dell’esarcato e dall’esarca, che risponde direttamente al Re Fenice. Questi elfi non sono dissimili ai loro fratelli isolani, ma hanno un carattere più astuto, sebbene onore ed onestà rimangano impressi nel loro essere, e sono maggiormente abituati a vivere e commerciare con le altre razze che, nonostante rancori e superstizioni, sono ben felici di comprare le loro preziose merci, recuperate nella lussureggiante Lustria e nelle esotiche isole del Re Scimmia e del Catai. 

Molto legati alla propria famiglia – gilda, devoti al dio Mathlann, signore delle tempeste, questi elfi sono poco pratici nelle discipline del combattimento, ma sono formidabili navigatori e profondi conoscitori del mondo. Usano tenere i capelli raccolti in lunghe code, ed indossano abiti di ottima fattura, ma pratici e semplici. Loro è anche il compito di scortare le navi di quei fortunati, e presto schifosamente ricchi, mercanti umani che hanno ricevuto il privilegiato invito di poter attraccare alle coste di Ulthuan, nell’unico porto aperto agli umani, portandoli sani e salvi oltre il grande mare.

I Druchii, o Elfi Oscuri

Sono i discendenti di coloro che seguirono Malekith nel suo lungo esilio nel continente ad ovest dopo aver perduto la guerra per la conquista di Ulthuan, cresciuti nel più profondo rancore verso i loro fratelli al di là del mare. Nati in una società profondamente violenta e spietata, dove le emozioni negative vengono coltivate e considerate necessarie per rafforzare gli animi, dove il forte regna sul debole, per poi venir tradito e ucciso da qualcuno più violento e più furbo, questi elfi aspirano solo a prevaricare i propri simili. Kheine signore dell’omicidio e della vendetta è il dio che incarna i fondamentali aspetti della società dei druchii e, sebbene le passioni e le emozioni vengano vissute con grande violenza e slancio, il culto di Slaanesh, signore dei piaceri è comunque bandito a Naggaroth. Il loro aspetto è identico a quello di tutti gli altri elfi, specialmente degli Asur, e per questo hanno creato ai loro fratelli molti nemici, facendosi scambiare per loro, come accaduto durante la Guerra delle Barbe. Sono soliti vestire con squisiti quanto decadenti abiti neri e gioielli di un rosso sanguigno, e della stessa foggia sono anche le loro armi ed armature. Solcano i mari con le loro navi, le arche nere, depredando qualsiasi imbarcazione e villaggio costiero, uccidendo chiunque non possa diventare un utile schiavo. Questo è solo il modo con cui adorano mostrarsi, per suscitare ammirazione e terrore al tempo stesso, ma tra gli Asur molte spie di Malekith tessono le loro trame per destabilizzare il trono del Re Fenice, corrompendo animi e reclutando giovani elfi alla causa del loro sire. 

Nota: si può impersonare un personaggio elfo oscuro solo come infiltrato tra gli alti elfi.