Pantheon degli umani
La voce del popolano
“Il mondo è pieno di dei. Non puoi girare la testa che te ne saltano fuori due o tre davanti, ma chi sono costoro? Solo maschere falsi idoli… e chi è il re dei volti? Ranald e chi sennò!?. Tutte queste decine di dei non sono altro che costumi indossati dal dio delle menzogne. Credi in lui e lascia che i campagnoli e gli zotici credano a quel che vogliono…”
Il tomo dell'erudito
[…] gli dei dell’uomo ci governano tutti. Che voi siate dei fattori o dei panettieri, dei cavalieri o dei preti, dei cacciaratti o dei regnanti, tutti devono piegare il capo al volere e alla saggezza degli dei. Ignorarli o ancor peggio andare contro i loro voleri vuol dire portare la sventura su di sé e sui propri cari […]
– Paulus Venceslav, giudice di Verena –
Breve introduzione al seminariato.
Mentre le altre razze del Vecchio Mondo posseggono una fede consolidata nei millenni e pantheon granitici, l’uomo, per la durata effimera della sua esistenza e la multiforme varietà di popoli e regni venera centinaia di dei e, nel corso dei secoli, molte divinità sono state dimenticate, soppiantate, hanno cambiato nome, mentre altre legate ad uno specifico luogo vengono ancora venerate nelle città e nei villaggi di quella zona.
In un mondo così difficile dove la morte cammina al fianco di chiunque come una vecchia amica, gli uomini sono estremamente superstiziosi, timorosi, e profondamente religiosi, cercando conforto dai problemi e miserie della vita quotidiana affidandosi a forze superiori.
Al tempo presente vi sono due grandi pantheon venerati in tutte le nazioni civili del Vecchio Mondo: il primo assai più antico e legato ai misteriosi culti dell’antica fede affonda le radici nel selvaggio nord del mondo; il secondo più giovane ha avuto origine nel civilizzato sud.
Gli dei del Nord, i più antichi
Taal e Rhya, gli dei consorti, signori della natura e della fecondità.
Ulric, signore della guerra e dio dell’inverno, fratello minore di Taal.
Manann signore dei mari, figlio diTall e Rhya.
Gli dei del Sud, "i classici"
Morr, custode dei morti e signore dei sogni, marito di Verena.
Verena, dea della giustizia e signora della legge, moglie di Morr.
Shallya, la piangente, dea della guarigione e della pietà, figlia di Morr e Verena.
Myrmidia, signora della guerra e della civiltà, dea della bellezza e dell’onore.
Ranald, dio dei ladri e signore della fortuna, uomo asceso alla divinità ingannando Shallya.
Gli dei sono protettori di tutte le forze del mondo, e sono tutti tenuti nella stessa considerazione. Al di fuori del clero e di coloro che si votano solamente a una divinità, la maggior parte degli abitanti del Vecchio Mondo non preferiscono una divinità a un’altra ma pregano quella più appropriata a seconda della grazia che cercano. Tutti gli dei sono forze potenti e disprezzarne una equivale ad attirare disastri attorno a sé. Coloro che offendono apertamente gli dei vengono solitamente linciati in pubblica piazza con il benestare delle autorità.
Divinità patrone
Vi sono degli dei nel Vecchio Mondo che non sono universalmente venerati, e non appartengono ad un pantheon specifico, ma l’importanza di alcuni di loro è indiscutibile, in quanto rivestono il ruolo di patroni di intere nazioni. Il caso più palese è quello di Sigmar, primo imperatore, la divinità principale del grande Impero, venerata da ogni pio imperiale e da alcuni signorotti e villici dei Principati di Confine, ma praticamente trascurata nel resto del vecchio mondo; allo stesso modo la Dama del Lago, divinità patrona del regno di Bretonnia, è adorata da tutta la nobiltà e da una piccola parte del popolino, mentre al di fuori di quei confini è pressoché ignorata.
Vi sono poi Lucan e Luccina, i mitici fondatori gemelli della città di Luccini in Tilea, primi re e regina e grandi condottieri adorati solo in quelle assolate contrade, oppure ancora Altaver, dio protettore del fiume Aver in Averland, o Khirret, dio della foresta di Oberstein in Wissenland, e molti altri piccoli dei venerati da poche centinaia se non decine di persone.
Che siano vere divinità, aspetti di divinità più grandi e potenti, oppure semplici superstizioni, portare una preghiera o un piccolo dono al loro altare non è mai una cattiva idea.
Divinità dei mercanti
Handrich: conosciuto anche come Haendryk, dio degli affari e del profitto, è un dio minore venerato principalmente a Marienburg, dove si trova la sede del culto, e nell’ Impero. I suoi adepti sono in larga parte mercanti di ogni genere, itineranti, banchieri e artigiani, così come i sacerdoti, ognuno dei quali gestisce una sorta di fratellanza o congrega di una dozzina di adepti al massimo, riconoscibili per un sottile medaglione di metallo prezioso a forma di disco che portano al collo.
Questi sono i suoi precetti.
- Fai soldi ogni giorno.
- Se stringi un accordo commerciale con una persona deve essere suggellato con un giuramento al dio Handrich.
- Sii caritatevole ma con uno scopo.
- Non usare mai la violenza per guadagnare.
- Non far scoprire una tua menzogna finché non hai lasciato la città.
Vi sono vari trattati e molte dicerie secondo le quali Handrich sarebbe solo un altro aspetto del dio Ranald, quello più onesto e legale, ma i suoi adepti si dissociano da queste affermazioni, sebbene non con troppa convinzione. Gira inoltre una storia secondo la quale il gesto segreto con cui i seguaci si riconoscono è il medesimo per entrambe le divinità, solo uno eseguito con la mano destra e uno con la mano sinistra. Nonostante questi pesanti dubbi il culto è considerato innocuo e i suoi adepti rispettabili e facoltosi, motivo per cui è accettato in tutto l’Impero a differenza del culto di Ranald. Mentre i mercanti delle zone settentrionali venerano Handrich, nel sud si sono sviluppati culti verso altre divinità patrone del commercio e della ricchezza come O Prospero nei regni estaliani e Mercopio in Tilea, tutti accomunati da precetti che invitano gli adepti a fare soldi utilizzando il proprio ingegno legalmente, ma con un pizzico di furbizia.
Divinità del Kislev
Nel profondo e freddo nord, nell’ultima nazione civile prima delle grandi desolazioni, si venerano tutti gli dei antichi, come i nuovi venuti dal sud, ma vi sono tre divinità autoctone che ancora resistono, pregate da millenni dalle tribù nomadi degli Oblast e tenute in gran considerazione dagli Tzar.
Ursun, il grande orso, padre degli orsi e della forza, è un dio venerato dalla tribù dei gospodari, ma che rapidamente si è diffuso a tutte le popolazioni del Kislev a pochi anni dalla sua formazione, tanto da diventarne il patrono. Non vi è un culto organizzato, e i suoi sacerdoti sono semplicemente i guerrieri veterani e i cacciatori più esperti che insegnano ai nuovi adepti i precetti del dio e il rispetto per la natura selvaggia e la forza degli orsi.
Si dice che Ursun sia il dio degli orsi più che degli umani, ma che per pietà accolga anche le loro suppliche, poiché con l’uccisione di un grande orso possono sfamare un’intera famiglia. Raffigurato come un orso enorme dagli artigli e denti d’oro o come un uomo imponente nudo e con una rozza lancia in mano, Ursun è venerato sia nelle steppe che nelle città, e i suoi altari e tabernacoli vengono costruiti nel fitto delle selve o dentro le grotte abbandonate dagli orsi. I seguaci di Ursun sono sempre in competizione con quelli di Ulric, signore dell’inverno e dei lupi, ed ogni occasione è buona per rivaleggiare e dimostrare all’altro la propria superiorità.
Questi sono i suoi precetti.
- Non cacciare mai un orso in inverno quando è in letargo, ma affrontalo alla pari e nel pieno delle forze.
- Indossa solo la pelle, le ossa ed i denti degli orsi che hai ucciso tu stesso.
- Mangia pesce almeno una volta alla settimana e nello stesso giorno non mangiare altro tipo di carne.
- Non eseguire mai le abluzioni e i riti di Ursun al chiuso.
Dazh, dio del fuoco e del sole, è forse la divinità più importante per tutto il popolo kislevita. Secondo le leggende è stato Dazh, avendo pietà degli uomini, a donare il suo fuoco creando il sole, e insegnando all’umanità come accendere e controllare il fuoco. Dazh è un dio benevolo ma allo stesso tempo volubile e capriccioso, tanto da scatenare incendi, o spegnere i fuochi di chi non rispetta le sue volontà; viene raffigurato come un bellissimo giovane dai lunghi capelli e ammantato di fuoco, impossibile da guardare senza perdere la vista, e i suoi simboli, il sole o una fiamma stilizzati, sono presenti in ogni casa e locanda del Kislev.
Vi è almeno un sacerdote di Dazh in ogni villaggio, anche il più piccolo, e ogni giorno si celebra una piccola funzione in onore del dio, poiché ogni nuova alba va festeggiata e ogni nuovo giorno è sacro.
Questi sono i suoi precetti.
- Offri sempre ospitalità intorno al tuo focolare anche a estranei e nemici.
- Non lasciare mai che un fuoco si spenga durante la notte.
- Non accendere mai un fuoco su un focolare sporco.
- Offri preghiere e un dono a Dazh la prima mattina dell’anno in cui le nevi coprono il suolo.
Tor, dio dei fulmini, è una divinità guerriera che mostra la sua potenza nelle tempeste, creando fulmini e fendendo i cieli con la sua ascia d’argento. I suoi fedeli sono principalmente guerrieri che onorano il dio intrecciando la propria barba con fili d’argento, oppure indossando i suoi simboli, il fulmine e l’ascia con un fulmine come manico. I suoi templi principali si trovano sugli alti monti verso i Confini del Mondo, nell’Oblast dell’est, e tutti i cavalieri e guerrieri vi giungono in pellegrinaggio almeno una volta nella vita. Si è soliti pregare Tor non solo per chiedere i suoi favori in battaglia, ma per maledire i propri nemici.
Ha solo due precetti tra i suoi fedeli.
- Combatti come una tempesta colpisci come un fulmine.
- Spogliati della tua armatura e non ripararti sotto gli alberi durante un temporale.
Gli dei proibiti
Oltre gli dei del pernicio vi sono alcune divinità il cui culto è proibito nella maggior parte delle nazioni del Vecchio Mondo, per la pericolosità dei loro precetti e per la bassezza morale dei loro seguaci, spesso ravvisabili come i rifiuti della società e i peggiori fuorilegge.
Stromfels, dio degli squali e dei fortunali è una divinità invisa a Manaan e con la quale si contende il controllo dei mari. I suoi seguaci sono pirati, corsari e contrabbandieri, i quali offrono sacrifici di sangue al dio perché li assista nelle loro scorribande, motivo per cui il culto è bandito più o meno severamente in tutto il Vecchio Mondo; si vocifera inoltre che tra i seguaci di Manaan vi siano degli adoratori di Stromfels infiltrati, che cercano di corrompere dall’interno la chiesa per trarne profitto e dare potere al loro crudele dio. Alcuni studiosi ipotizzano che Stromfels sia solo un aspetto di Manaan, quello più oscuro e spietato, ma i seguaci del dio hanno messo a tacere queste voci e segnalato all’indice ogni testo riguardante questa blasfema trattazione.
Solden, dio della tirannia e dell’oppressione, è una divinità venerata dagli schiavisti e dagli uomini di potere che amano e desiderano schiacciare il prossimo e asservirlo ai propri scopi. I suoi adoratori sono principalmente banditi, ma si possono annoverare anche mercanti, nobili e banchieri, che con i loro soldi e il loro potere possono permettersi di trasformare gli uomini in loro schiavi legalizzati; una delle offerte più gradite al dio è un sacrificio di sangue, ottenuto costringendo due schiavi a combattere fino alla morte.
Vylmar, dio della decadenza e dell’ebbrezza, viene venerato segretamente nelle grandi corti nobiliari, ma trova i suoi seguaci anche nelle taverne e nei bordelli. I suoi devoti sono tutti uomini e donne interessati solo a vivere una vita di festini e lussuria, senza preoccuparsi di dare un senso alle proprie vite, senza progetti o volontà. Nonostante sembri un culto innocuo, per quanto discutibile, è stato bandito nell’Impero e in Bretonnia per la sua eccessiva somiglianza con il culto di un dio oscuro del pernicio, di cui Vylmar potrebbe essere un aspetto.
Gunndred, signore dei taglieggiatori e dei sequestratori è una divinità minore quasi sconosciuta, vista la cattiva fama dei suoi adoratori, ma venerata in tutto il Vecchio Mondo dai grandi gruppi criminali dell’Impero, dai banditi dei Principati di Confine, e dai taglieggiatori della Tilea settentrionale, dove è conosciuto con il nome di Sconduino.
Dio di chi vive di violenza, paura, ed estorsione, i suoi simboli sono una corda e un tirapugni di rame, portati dai seguaci e dai suoi sacerdoti che, come per Ranald, non sono uomini intonacati, ma semplici ladri e taglieggiatori con una fede e una reputazione più forti di quelle degli altri loro colleghi. Per gli studiosi questo Gunndred non sarebbe altro che uno degli aspetti del dio dei ladri, ma gli adepti di quest’ultimo rifuggono con forza questa teoria, poiché i precetti dei due dei sono in netto contrasto tra loro; ma per la legge e la gente dabbene non c’è distinzione tra un farabutto e un altro, ed entrambi gli dei sono forzatamente tollerati nel Vecchio Mondo.
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